Comune di Firenze

"L'arte contesta il reale, ma non vi si sottrae", scriveva Camus nel suo magistrale L'uomo in rivolta.
L'opera di Guido Montauti ci riporta all'assunto dello scrittore francese. Quando Montauti nel 1963, insieme a un gruppo di altri artisti, fondò il "Pastore Bianco", ci ha aiutato a ricordare che l'arte è una costellazione, che le tendenze di un periodo, le mode e le tendenze unificanti, non cancellano la vitalità delle sensibilità e la molteplicità delle ricerche espressive, né tantomeno assumono un valore totalizzante nel racconto del periodo storico in cui si sviluppano.
Il portato dell'opera dell'autore teramano, oggi, si può leggere e valutare non solo nella forza della sua espressione artistica, ma nella valenza culturale che ebbe il grido di chi, allontanandosi dalla metropoli, si sentiva incontaminato e libero.
Rivedere, ripercorre le opere e la passione di Montauti, ci consente di incamminarci sulla via della rilettura di una parte della storia della produzione e della sensibilità artistica contemporanea e ci permette di conoscere e rileggere un frammento della storia patria, del destino dell'io del nostro paese.
Lopera di questo brillante pittore ci introduce all'interno della produzione contemporanea e ci fa incontrare una delle risposte a quel presente nudo e senza permanenza, con cui gli autori e gli artisti della seconda metà del Novecento hanno dovuto confrontarsi e, in qualche modo, interpretare.
Firenze, città d'arte e memoria globale, non poteva non dedicare a quest'autore, e alla sensibilità artistica che rappresenta, una esposizione.
Credo che la nostra città debba saper rafforzare il suo ruolo nella contemporancità, nella storia dell'arte e nella produzione artistica, e debba saper rivitalizzare quel gusto universalistico, di contaminazione e d'incontro tra culture e sensibilità, che è sempre stata una delle sue anime più profonde.
Come sindaco ringrazio gli organizzatori e i curatori della mostra per l'impegno profuso e per l'opportunità che offrono ai fiorentini, e a tutte le persone che visiteranno l'esposizione, di conoscere un artista come Guido Montauti.

Leonardo Domenici